Leptospirosi Canina
L’innalzamento delle temperature stagionali favorisce la diffusione di numerose patologie.
Ricordatevi di verificare sempre la validità delle vaccinazioni!
La leptospirosi è una patologia a diffusione mondiale che colpisce molte specie animali, sebbene i gatti siano generalmente resistenti all’infezione. I microorganismi appartenenti al genere Leptospira sono spirochete mobili. Le leptospire associate e patologia nel cane sono Leptospira icterohaemorrhagiae, L. canicola e L. grippotyphosa e causano primariamente un danno epatico e renale. La Leptospira sopravvive per settimane o mesi negli ambienti umidi, ma non nei climi secchi; può essere trasmessa per contatto diretto con urine di animali infetti o indirettamente attraverso la contaminazione ambientale, specialmente in condizioni umide o dove è presente acqua stagnante. I batteri sono capaci di penetrare la superficie delle mucose e la cute danneggiata e replicano nel sangue, nell’epitelio dei tubuli renale e nel fegato, causando lesioni in molti organi parenchimatosi, in particolare rene e fegato.
Le infezioni da Leptospira possono essere divise in tre gruppi:
- forma iperacuta: caratterizzata da massiva leptospiremia, piressia, dolore muscolare, shock e morte;
- forma subacuta: i rilievi clinici dipendono dall’organo coinvolto. I segni non specifici includono piressia, anoressia, disidratazione, polidipsia (aumento della sete), mucose congeste, petecchie e vomito. Con il coinvolgimento epatico è presente ittero, mentre il coinvolgimento renale esita nello sviluppo di un’insufficienza renale acuta. Gli animali che guariscono dalla malattia possono sviluppare un’insufficienza renale cronica secondaria all’esteso danno renale;
- forma cronica: la leptospirosi cronica è associata a vaghi segni di piressia e progressivo coinvolgimento renale o epatico.
La prognosi è riservata. La risposta alla terapia è variabile: alcuni cani si riprendono rapidamente, mentre alcuni muoiono anche quando si è instaurata una pronta e appropriata terapia.
La migliore protezione rimane la profilassi vaccinale, esistono infatti, diversi vaccini contenenti antigeni inattivati che proteggono contro la malattia, ma non necessariamente contro l’infezione subclinica o l’infezione con altre sierovarianti. E’ richiesta una vaccinazione frequente per assicurare il mantenimento di un efficace titolo protettivo, poiché la durata dell’immunità dopo la vaccinazione è in molti casi minore di un anno.
Importante: la leptospirosi è una zoonosi, difatti le varie specie di Leptospira sono infettive anche per l’uomo: i casi sospetti devono essere maneggiati sempre in modo adeguato e si deve evitare il contatto con l’urina a mani nude.