La dieta Barf (Bone And Raw Food)
Un po’ di storia…
Nel 1993, un Medico Veterinario australiano, Ian Billinghurst, si è fatto conoscere a livello internazionale con il libro Give your dog a bone, ossia “dai un osso al tuo cane”. Le tematiche trattate hanno suscitato scalpore nell’ambiente veterinario, poiché da sempre si sconsiglia di alimentare i nostri animali con diete a base di ossa (il perché lo vedremo nei paragrafi seguenti).
Per presentare il Dr. Billinghurst, citiamo direttamente ciò che scrive di sé stesso sul proprio sito internet: “Medico Veterinario, laureato in Medicina Veterinaria e Scienze Agrarie, chirurgo, nutrizionista, agopuntore, autore, docente e produttore di alimenti raw per animali domestici. Ha lavorato nella pratica degli animali da compagnia dal 1975. A metà degli anni ’80, dopo anni di ricerca clinica, è rimasto scioccato nel rendersi conto dell’effetto devastante che i cibi commerciali avevano sulla salute di cani e gatti e si è stupito del potere curativo di una dieta crudista. Dalle osservazioni empiriche della somministrazione di questo cibo ai soggetti da lui trattati, è nato Give your dog a bone, il primo libro sul cibo raw per cani. Questo libro, insieme ai suoi tour di conferenze nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Canada, in Giappone (e ad altri libri), è diventato la scintilla che ha acceso il movimento mondiale del cibo raw per animali. Il dottor Ian Billinghurst è riconosciuto come il fondatore della dieta BARF (Biologically appropriate Raw Food)”.
La filosofia
Il concetto alla base della sua filosofia (ripetuta poi nei due libri successivi), ossia i principi ottenuti dalla sua riflessione e dal suo pensiero, è che il cibo commerciale industriale è completamente inappropriato per i nostri animali domestici. Le sue teorie si basano invece sulla somministrazione di un’alimentazione naturale degli animali selvatici come il lupo, il puma o il dingo.
Vediamo cosa ne dice lui stesso:
“La dieta BARF (Biologically Appropriate RAW Food) riguarda l’alimentazione di cani e gatti con la dieta che si sono evoluti per mangiare in milioni di anni di adattamento genetico. BARF sta anche per dieta “Bones And Raw Food”. Dieta appropriata per la specie, dieta evolutiva, dieta naturale… significano tutti la stessa cosa. E questa è la filosofia alla base di questo modo di nutrirsi. In altre parole, se i nostri animali domestici devono raggiungere il loro potenziale genetico in termini di salute, longevità, attività fisica e riproduzione, la loro dieta deve corrispondere o imitare il più fedelmente possibile la loro dieta evolutiva. Dall’inizio degli anni ’90, questo rivoluzionario programma di alimentazione per cani e gatti si è diffuso in Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Europa e Nord America.
Produrre la dieta del BARF è molto semplice. Puoi usare qualunque cosa tu possa trovare in termini di cibi crudi e sani, come carne, ossa, verdure e frattaglie ecc. – che imiti la dieta di un animale selvatico. Molti di questi prodotti possono essere trovati nel tuo supermercato locale. Puoi migliorare la dieta che produci con integratori come vitamine, acidi grassi essenziali, probiotici, alghe, erbe varie, ecc.
Ma tieni presente che non stiamo tentando di restituire i nostri animali domestici alla natura. L’ambiente naturale è pericoloso. Include la mancanza di riparo, la mancanza di interventi medici e chirurgici, la possibilità di morire di fame e il pericolo di lesioni o morte da più parti, in particolare da altri animali, compresi quelli cacciati per il cibo. Continueremo a tenere i nostri animali domestici in un ambiente artificiale, che include bagni e toelettatura regolari, addestramento, riparo, amore, trattamenti regolari contro pulci e vermi, vaccinazioni e interventi medici e chirurgici quando richiesto. L’unica parte dell’ambiente che desideriamo diventi più naturale è il cibo, anche se ovviamente non ci aspettiamo che i nostri animali domestici vadano a procurarselo. Inizieremo a fornire ai nostri animali domestici il tipo di cibo per il quale il loro corpo è stato progettato. Cibo crudo e intero e nella stessa forma, equilibrio e quantità che avrebbero ricevuto nel loro ambiente naturale.
BARF è in realtà un ritorno al metodo di alimentazione biologicamente appropriato che è stato abbandonato solo 60-70 anni fa, quando gli alimenti trasformati per animali domestici hanno preso il posto dei metodi più tradizionali.
Gli animali nutriti con BARF tendono ad essere privi di problemi dentali, problemi della pelle, problemi alle orecchie, problemi agli occhi, problemi intestinali, problemi ai reni e al cuore, problemi al pancreas e al fegato e problemi al sistema immunitario. Gli animali alimentati con BARF godono di una vita con una possibilità enormemente ridotta di sviluppare malattie sia infettive che degenerative. Raramente sviluppano il cancro. Questo stato di salute continua nella vecchiaia avanzata”.
In pratica la dieta Barf si basa sull’utilizzo di ossa e carne, a crudo, asserendo che questa alimentazione apporta tutti i nutrienti fondamentali ai nostri animali domestici, con l’aggiunta di un mix di altri cibi tritati e sminuzzati, nella misura del 50% della razione, che integrano quello che nella carne e nelle ossa manca.
Il Dr. Billinghurst afferma, senza riportare dati scientifici né altre prove se non aneddotiche, che gli animali che si cibano con la Barf, non hanno problemi di salute. In pratica la dieta Barf permette all’animale di raggiungere il suo picco più alto di espressione genica.
Lavori scientifici allo “stato dell’arte”
Secondo uno degli studi più accreditati sull’origine della domesticazione dei gatti, questa è avvenuta circa 9000 anni fa, indicativamente all’inizio del Neolitico. Nell’arco della loro storia evolutiva, i gatti domestici si sono incrociati più volte con diverse sottospecie selvatiche, per questo il processo di domesticazione non ha alterato profondamente le caratteristiche morfologiche, fisiologiche, comportamentali ed ecologiche dei gatti, a differenza di quello che è accaduto ai cani.
Il gatto durante l’addomesticazione è rimasto un carnivoro obbligato e la sua dieta “naturale” include una varietà di piccole prede tra cui topi, lucertole, uccellini, insetti. Al contrario, il cane, addomesticato circa 12000 anni fa, si è adattato a mangiare di tutto compresi verdure, frutta e tutto ciò che restava dallo scarto dell’alimentazione umana, inclusi pane, pasta, riso e altre tipologie di amidi. Il genoma del cane differisce difatti da quello del lupo per circa 36 caratteri, e alcuni di questi sono fondamentali nella digestione dell’amido e dei grassi. Se non si fossero verificate queste modifiche genomiche per il cane sarebbe stato impossibile adattarsi alla vita con l’uomo.
Questo divario genetico tra le specie selvatiche e quelle domestiche per quanto riguarda i canidi mina alla base il fondamento della dieta Barf, dove si tende a sottolineare che i cani domestici debbano avere un’alimentazione naturale simile a quella di lupi o coyote, a base di carne e ossa. Addirittura, secondo le linee guida dell’Associazione Mondiale degli Zoo e Acquari (WAZA, www.waza.org), l’alimentazione principale dei canidi selvatici in cattività (lupi, coyote, etc.) deve essere “un alimento commerciale nutrizionalmente completo e equilibrato per cani domestici” e deve rappresentare almeno il 90-95% dell’alimentazione, con la restante percentuale a base di carcasse intere.
Uno degli studi più recenti effettuato dall’Università di Monaco, ha dimostrato che animali alimentati con dieta Barf avevano una maggior disbiosi intestinale (microbiota intestinale composto da batteri, funghi, archeobatteri, protozoi e virus) rispetto ad animali alimentati con dieta commerciale. Il microbiota dei cani alimentati con dieta Barf o con una dieta basata principalmente con carne cruda era completamente alterato e i principali patogeni riscontrati erano Escherichia coli, Streptococchi e Clostridi.
Inoltre, diversi studi su prodotti crudi usati nell’alimentazione animale mostrano che questo tipo di alimento è spesso contaminato con microrganismi e i più comuni sono risultati essere ancora una volta Escherichia coli, Salmonella, Clostridi, Campilobacter, Listeria e Toxoplasma. Questo rappresenta un rischio biologico di sicurezza nella convivenza tra uomo e animale domestico poiché, ad esempio, l’eliminazione della Salmonella nelle feci può durare fino a 7 giorni e le normali misure di pulizia e disinfezione delle ciotole e delle lettiere non sono sufficienti ad eliminarla.
Per cui, così come avviene nell’alimentazione umana, dove si raccomanda la cottura del cibo per una questione di sicurezza biologica dell’alimento, oltre che per aumentare la digeribilità e la biodisponibilità di alcune proteine vegetali e l’inattivazione di numerosi fattori antinutrizionali come le tripsine e le chimotripsine, anche per l’alimentazione degli animali domestici sarebbe consigliato utilizzare le stesse misure di trattamento alimentare.
Inoltre uno studio americano del 2001 ha dimostrato come tutti i campioni sottoposti ad analisi di cibo preparato a casa o preconfezionato crudo presentino squilibri nutrizionali multipli, alcuni dei quali potrebbero avere pesanti effetti sulla salute dei nostri animali. Ad esempio è frequente un alterato rapporto calcio-fosforo, che negli animali in accrescimento determina spesso iperparatiroidismo secondario con malessere, inappetenza, scarsa tolleranza all’esercizio fisico e fragilità ossea con possibili fratture spontanee. Frequenti sono le carenze di vitamine A ed E, addirittura sotto il livello minimo rilevabile, mentre la vitamina D raggiunge livelli doppi rispetto al massimo consentito. Le diete basate su carne e prodotti crudi hanno un elevato contenuto di grassi. Questo, se da una parte è motivo di brillantezza del pelo e fuorviante percezione di salute da parte dei proprietari, dall’altra è causa di disordini e disturbi gastrointestinali in alcuni animali mentre in altri ne aumenta il rischio di obesità.
Altri problemi di salute derivati spesso dall’alimentazione a base di ossa o con alta percentuale di ossa triturate sono: fratture dentali, corpi estranei orali e danni al tratto gastroenterico (ostruzione e perforazione dell’esofago, stomaco, intestino o colon). Ancora, è stato osservato nei cani alimentati con dieta Barf un incremento dei livelli di Tiroxina e segni clinici di ipertiroidismo, evento normalmente a bassa prevalenza in condizioni naturali, questo perché spesso le diete a crudo Barf o similari contengono non solo ossa polpose e carne cruda, ma anche frattaglie, tra cui la trachea con la relativa tiroide.
Un altro punto da tenere in considerazione è l’avanzamento delle ricerche nel campo della nutrizione e dell’alimentazione animale negli ultimi venti anni, che hanno portato le più famose ditte di pet food a dotarsi di staff di Medici Veterinari Nutrizionisti che ideano diete sempre più attente alle svariate esigenze dei nostri animali domestici.
Conclusioni
Indubbiamente un’alimentazione a base di prodotti freschi trattati in modo diretto può rappresentare un vantaggio in termini nutrizionali, soprattutto alla luce dell’aumento negli ultimi anni di dermatiti, intolleranze ed allergie alimentari, ma i consigli per i proprietari di animali che si approcciano ad una dieta casalinga rimangono quelli di affidarsi a Medici Veterinari esperti in Nutrizione e, nel caso di scelta di dieta Barf, sottoporre i propri animali ad una visita annuale con esami del sangue che comprendano livelli di Tiroxina ed esami delle urine.
Fonti:
https://drianbillinghurst.com/barf/
https://drianbillinghurst.com/about/
https://www.cvsl.it/dieta-barf-cose-e-cosa-ce-da-sapere/